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100 trasmettitori sciiti di hadīth considerati affidabili dai sunniti?
– No.


di G.F. Haddad fiqha_e14.html

Forse per semplice ignoranza delle scienze del hadīth, o forse per volontario oscuramento dei fatti, chi afferma una cosa del genere [A] confonde gli sciiti moderati, i quali furono nel novero dei pii predecessori (salaf) [B] e che – come i Khārijiti, i Qadariti, i Nāsibī [che odiavano la Gente della Casa profetica] o i Murjī‘a – potevano venire accettati o meno insieme ai sunniti dagli Imām del hadīth come trasmettitori affidabili, confonde dicevamo gli sciiti moderati con i rafiditi. Gli sciiti moderati che vi sono stati fra i pii predecessori furono coloro che AMAVANO ‘Alī più di ogni altro Compagno del Profeta, ma allo stesso tempo ACCETTAVANO Abū Bakr e ‘Umar come guide davanti a tutti gli altri Compagni [testo evidenziato nell'originale, n.d.c.]. Poiché l'amore è qualcosa che viene impiantato nel cuore da Dio medesimo, ed esso non può essere controllato. Come disse l'Imām al-Shāfi‘ī con la raffinatezza del saggio nel suo "Dīwān: «Mi appello al mio Signore per testimoniare che i meriti di ‘Uthmān sono elevatissimi, e che l'elevatissimo merito di ‘Alī non è condiviso da alcuno».

Pertanto, amare ‘Alī più di ogni altro Compagno del Profeta è una posizione che non viene rifiutata dai sunniti neppure ai giorni nostri, anche se certe persone ignoranti possono etichettarla come eretica. La Gente della Tradizione profetica e della Comunità ortodossa rifiuta solamente l'aberrante estremismo di quegli sciiti che, andando in tal modo contro lo stesso ‘Alī e la stessa Gente della Casa profetica (ahl al-bayt) – per non parlare di Dio e del Suo Profeta – odiano i Due Shaykh e la rimanente parte dei Compagni del Profeta. Questo non è accettato.

Nel nostro studio dedicato all'Imām al-Tabarī [C], abbiamo visto che vengono indicati come rafiditi estremisti coloro che non solo non portano rispetto per i Due Shaykh Abū Bakr e ‘Umar – che Dio si compiaccia di loro! –, ma che per giunta non ne riconoscono il loro Imamato [o Califfato]. Costoro non hanno nulla a che vedere con gli sciiti moderati dai quali hanno trasmesso Bukhārī ed altri maestri della scienza del hadīth. Per questo motivo [la mancanza di rispetto congiunta al disconoscimento del Califfato] Tabarī li considerava miscredenti (kāfir), e l'Imām al-Shāfi‘ī proibì di pregare dietro di loro. Alcuni sciiti ancora più estremisti considerano ‘Alī come il vero Inviato di Dio, o ancor più follemente dicono che ‘Alī è Dio (prendiamo rifugio in Dio da simili credenze). Tutte queste sette ed i loro capi sono stati descritti da Ash‘arīi nel "Maqālāt al-islāmiyyīn”, e nelle eresiografie di Shahrastānī, Ibn Hazm, ‘Abd al-Qāhir al-Baghdādī, eccetera, ma i nostri fratelli sciiti si rifugiano nella beata ignoranza. Fra gli sciiti dei nostri giorni, sembra purtroppo che l'estremismo e il rafidismo siano ordinari. Cosa peggiore, sembra che il rifiuto (rafd) e l'estremismo siano all'ordine del giorno tra gli sciiti del nostro tempo.

L'interlocutore [D] cita [i nomi di] quattro trasmettitori sciiti accettati dagli Imām sunniti del hadīth; io considererò il primo di loro, Ibn Yazīd, come un esempio per illustrare quello che voglio dire. Il suo nome è Ibrāhīm ibn Yazīd ibn ‘Umar ibn al-Aswad al-Nakh‘i al-Kufī, il giurista (faqīh). Quello che il nostro interlocutore omette di dire [E] (come ho già detto, vuoi per ignoranza o forse perché per lui l'accuratezza e la verità sono secondarie) è che in Bukhārī e Muslim [insieme], attraverso suo zio al-Aswad ibn Yazīd, questo Ibrāhīm ibn Yazīd ha trasmesso circa 100 ahādīth da ‘ā'isha, la stessa ‘ā'isha al-Siddīqa figlia di quell'Abū Bakr al-Siddīq la cui autorità viene rifiutata dai rafiditi. Come viene trasmesso dal Profeta: «I cani di Haw'ab le abbaieranno». Per non parlare del fatto che Ibrāhīm ibn Yazīd ha trasmesso anche da Ibn Mas‘ūd, Abū Hurayra, e Ibn ‘Abbās, quello stesso Ibn ‘Abbās il quale commentò il versetto che dice «Voi siete la migliore Comunità suscitata tra gli uomini» [Cor. 3:110] in riferimento agli Emigranti (muhajirūn), fra i quali vi erano Abū Bakr e ‘Umar. Sembrerebbe che le condizioni richieste dagli interlocutori sciiti presenti in internet siano più ristretti di quelli di Ibrāhīm ibn Yazīd. Ma la verità è: gli interlocutori sciiti presenti in internet non comprendono la maggior parte di quello che citano. Essi chiamano la Gente della Tradizione profetica (ahl al-sunna) "la massa” (‘awāmm), ma sono loro a comportarsi come le masse incolte dedite all'imitazione priva di discernimento delle loro deviate autorità. Come ho detto: i rafiditi non hanno nulla a che fare con gli sciiti moderati che appartenevano [alla generazione dei] pii predecessori (salaf). Quello che segue è un importante estratto in merito alle posizioni degli Imām sunniti riguardo alle multiformi sette sciite. Dhahabī scrive: [F] «Preferire ‘Alī [a ‘Uthmān] non costituisce un atto di rifiuto (rafd) né una innovazione eretica (bid‘a), poiché molti fra gli stessi Compagni e Successori dei Compagni lo preferirono [1]. Sia ‘Uthmān che ‘Alī possedevano dei grandi meriti e precedenze, ed entrambi sono fra i martiri più eminenti. Tuttavia, la gran maggioranza della Comunità concorda nel dare la precedenza a ‘Uthmān [2], e questa è anche la nostra posizione; e ancora meglio di entrambi sono senza dubbio Abū Bakr e ‘Umar. Chiunque differisce da ciò è uno sciita incallito [3]. Chiunque manca di rispetto ai Due Shaykh [Abū Bakr e ‘Umar], anche se accetta la validità del loro Imamato è un disgustoso rafidita [4]. E per quanto riguarda coloro che insieme li insultano e rifiutano la validità del loro Imamato, essi sono rafiditi estremisti – possa Iddio condurli alla perdizione!». [5]

Note dell'autore.

[1] Vedasi Haytamī, "Fatāwā hadīthiyya”, p. 155, e le opere di Ibn Hazm "Al-fisāl e "Al-muhallā”, come citate ne "Al-burhān” di Ghumārī, pp. 85-88. Questo dimostra la debolezza della trasmissione attribuita all'Imām Ahmad ne "Al-sunna” di Khallāl, 2:392, dove si afferma: «Non v'è disaccordo fra i Compagni del Profeta sul fatto che ‘Uthmān sia migliore di ‘Alī». [2] Come riportato nel "Fiqh al-akbar” dell'Imām Abū Hanīfa, e nella "‘Aqīda” dell'Imām al-Tahāwī. [3] Qanujī (m. 1307) disse nel "Abjad al-‘ulūm”, 3:163: «Fra i detti di of Zayn al-‘Abidīn, figlio di Muhammad al-Bakrī (m. 991), figlio dello Shaykh Abū al-Hasan al-Bakrī al-Misrī al-Shāfi‘ī [v'è il seguente]: "Abū Bakr è migliore di ‘Alī, ma, ad ogni modo, l'amore e l'attrazione son questioni differenti”. Questo è ciò che credo anch'io». [‘Alī] al-Qārī ha detto nel "Sharh al-fiqh al-akbar”, p. 140: «È lampante che il fatto che preferire ‘Alī ai due Shaykh va contro la dottrina della Gente della Tradizione profetica e della Comunità ortodossa (ahl al-sunna wa al-jamā‘a), secondo quanto professato dalla totalità dei pii predecessori (salaf)». [4] Si riporta che l'Imām Ahmad definì il rafidita come «Colui che insulta Abū Bakr e ‘Umar». Cfr. Khallāl, "Al-sunna”, 3:493. [5] [‘Alī] al-Qārī ha detto nel "Sharh al-shifā”, 2:92: «Nawawī ha detto che maledire i Compagni del Profeta è uno degli atti più depravati che si possano compiere (min akbar al-fawāhish), mentre Qādī ‘Iyād lo considera uno dei peccati maggiori (kabā'ir). Secondo un'ampia maggioranza [di sapienti], questo genere di offesa è da punire con una punizione corporale, mentre secondo alcuni malikiti e hanafiti il colpevole dev'essere giustiziato. In alcuni libri di questi ultimi [hanafiti], viene affermato che insultare i Due Shaykh (Abū Bakr e ‘Umar) costituisce miscredenza (kufr)». Nel "Sharh Sahīh Muslim”, Nawawī ha scritto: «Sappi che insultare i Compagni del Profeta è proibito, e costituisce una delle più gravi indecenze (al-fawāhish al-muharramāt), sia a riguardo di coloro fra essi [Compagni] che si sono scontrati fra di loro sia a riguardo di altri, poiché essi si addentrarono in quei conflitti in virtù della convinzione [indotta] dal loro proprio sforzo di comprensione (ijtihād) che della loro interpretazione».

Note dei curatori

[A] Riferimento alla domanda retorica presente nel titolo. [B] I pii predecessori sono coloro che appartennero alla prima generazione della comunità Islamica, ovvero i Compagni (sahāba) ed i Successori dei Compagni (tābi‘ūn). [C] In una delle lezioni che teneva ai suoi studenti, Tabarī [che nel suo tempo fu a capo di una scuola dottrinale (madhhab)], chiese: «Qual è la condizione di chi afferma: "Abū Bakr e ʿUmar non sono due Imām Benguidati?”». Ibn al-A‘lam rispose: «È un innovatore». Tabarī disse: «Un innovatore? Solamente un innovatore? Una tale persona è da mettere a morte! Chiunque sostiene che Abū Bakr e ʿUmar non sono due Imām Benguidati è certamente da condannare a morte!». Riportato in Ibn Hajar, "Lisān al-mīzān”, 5:101. Cfr. G.F. Haddad, "Are the Shia (Rafidis) unbelievers?”, LINK https://www.livingislam.org/fiqhi/fiqha_e15.html , e G.F. Haddad, "Al-Tabari”, http://groups.google.it/group/soc.religion.islam/msg/6804b789982ce438?hl=it

[D] Il presente studio in origine era un messaggio pubblicato come risposta in un newsgroup. [E] In tutto questo paragrafo l'Autore ribalta contro i rafiditi le loro stesse elaborazioni lasciandoli senza via di scampo: essi accreditano artificiosamente Ibrāhīm ibn Yazīd di rafidismo per screditare il Bukhārī, ma Ibrāhīm ibn Yazīd è latore di dottrine e trasmissioni che screditano... il rafidismo. Touché! [F] Cfr. Dhahabī, "Siyar a‘lām al-nubalā'”, nel capitolo dedicato ad ‘Alī [ibn Abī Tālib].

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G.F. Haddad, "100 trasmettitori sciiti di hadīth considerati affidabili dai sunniti? – No.”. Traduzione e note a c. di ʿAbd al-Malik e ʿAbd al-Shakūr. © 2005 Abdul-Shakur. Tutti i diritti riservati. Riprodotto con il permesso esplicito dell'Autore del documento originale.

Autore, titolo e indirizzo web del documento originale: G.F. Haddad, [Are] 100 Shi‘ite Narrators of Hadeeth Relied Upon By The Sunnite?
https://www.livingislam.org/fiqhi/fiqha_e14.html

Pubblicato da Living Islam su concessione del gruppo: Compagni del Profeta® http://groups.msn.com/CompagnidelProfeta





 

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latest update: Sun, May 21, 2006
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