di G.F. Haddad
Ibrāhīm ibn Maqil ha detto: «Ho udito Muhammad ibn Ismāīl Bukhārī dire: "
Mi trovavo con Ishāq ibn Rāhūya, quando un uomo disse: Perché non compili un compendio (
mukhtasar)
dei costumi del Profeta?'. È per questa ragione che ho deciso di compilare questo libro [il
Sahīh]”». [1] Dhahabī ha detto: «È stato trasmesso attraverso due
linee di trasmissione fermamente stabilite che Bukhārī disse: "Ho
ricavato questo libro
da circa 600.000
ahādith (autentici), l'ho compilato nell'arco di sedici anni, e ne ho fatto un
argomento di difesa per ciò che
sta tra me e Dio”». [2] Firabrī disse: «Muhammad ibn Ismāīl mi disse: "Non ho mai incluso un
hadīth nel "
Sahīh”, senza prima aver compiuto l'abluzione maggiore (
ghusl) e
pregato due
cicli di preghiera (
rakaāt)”».
Nawawī ha detto: «I sapienti
hanno convenuto che le collezioni di
ahādīth più autentiche sono i due "
Sahīh” di Bukhārī e Muslim, e la maggioranza
di loro concorda
ha convenuto che
dei due il più autentico e quello latore di
maggiori benefici
è quello di Bukhārī». Ha poi proseguito: «La totalità delle tradizioni profetiche lì riportate
è di 7.275 con le ripetizioni e di circa 4.000 senza».
Nel suo "
Kitāb al-tatabbu”, Dāraqutnī argomenta in merito alla debolezza di 78 tradizioni
riportate da Bukhārī, 100 da Muslim, e di 32 tradizioni riportate
da entrambi, basandosi
sull'esame critico delle loro
linee di trasmissione (
isnad, pl.
asānīd) e
dei loro testi (
matn).
<>
L'Imām Nawawī ha scritto: «I due
Sahīhayn [A] differiscono da tutti gli altri libri solo per il fatto che tutto quanto è in loro contenuto è autentico (
sahīh), e non richiede investigazioni di sorta». [3]
Ibn al-Salāh scrisse nel
Ulūm al-hadīth,
nel capitolo dedicato alle tradizioni profetiche autentiche (
ahādīth sahīh) (edizioni Dār al-Fikr,
p. 29): «
Solamente tutto ciò che Bukhārī e Muslim hanno riportato rientra nella categoria di ciò che è definitivamente autentico (
sahīh) [...] eccetto delle piccolezze
[lett. "lettere”] sulle quali alcuni critici esperti, come Dāraqutnī ed altri, hanno da obiettare;
e questa è cosa nota agli specialisti». [4] Egli disse questo dopo aver stabilito che ciò in cui essi concordano è definitivamente autentico (
sahīh) per la comunità Islamica (
umma). [B]
L'Imām Nawawī obiettò all'espressione "definitivamente autentico” (
maqtūun bi-sihhatihi), mentre affermò che tutto quanto è contenuto nei
Sahīhayn ha il grado di "autentico fortemente presunto, fino a diventare
mutawātir” (
yufīd al-zann mā lam yatawātar), [C] com'è il caso di tutte le tradizioni profetiche autentiche riportate da un solo
trasmettitore (
āhād)”. [5]
Ma il giudizio di Ibn Kathīr è differente: "Io sono dell'opinione di Ibn al-Salāh, nelle sue conclusioni e nelle sue direttive, e Dio è più Sapiente”. [6] Suyūtī [D] cita testualmente le parole di Ibn Kathīr, quindi afferma: "E questa è anche la mia scelta, non altre”. [7] Ciò avviene in virtù della posizione che i due
Sahīhayn occupano nella Comunità Islamica. A parte Bukhārī e Muslim, nessun'altro Imām del passato ha esplicitamente dichiarato che tutte le tradizioni contenute nelle loro raccolte fossero autentiche (
sahīh), e la verifica degli esperti ha confermato le loro asserzioni.
Suyūtī dice ancora: «Lo Shaykh al-Islām ha detto: "Ciò che Nawawī ha detto nel suo
Sharh Sahīh Muslim si basa sul punto di vista della maggioranza (
al-aktharīn), ma non su quello delle autorità preposte alla verifica (
al-muhaqqiqūn). Il punto di vista di queste ultime concorda con Ibn al-Salāh”». [8] Con
[l'espressione] "Shaykh al-Islām” Suyūtī
intende il Hāfiz senza macchia e l'Imām incontaminato Ibn Hajar
Asqalānī, e questa citazione si riferisce al suo libro "
Al-nukat alā Ibn al-Salāh”. [9]
Suyūtī riporta poi dettagliatamente (citando prevalentemente da Hadī al-Sārī) le
confutazioni di Ibn Hajar alla critica di
Dāraqutnī, dimostrando che, in effetti, quest'ultimo non riesce ad invalidare il punto di vista sunnita che vede i due
Sahīhayn come autentici al 100%.
Esse [le tradizioni contenute nei due
Sahīhayn] sono tutte autentiche, ma non tutte raggiungono il medesimo grado di autenticità. Questo è essenzialmente quanto afferma Dhahabī nei riguardi di quei pochi trasmettitori dei
Sahīhayn il cui grado di autenticità è messo in discussione: «La trasmissione di questo o di quel
hadīth non scende mai al di sotto del livello di «buono» (
hasan), che possiamo definire come il più basso grado di autenticità (
sahīh)». [10]
Shaykh Abū Ghudda commenta a margine: «Questa è una conferma esplicita del fatto che Bukhārī e Muslim non si sono limitati, nelle tradizioni dei loro
rispettivi libri, a trasmettere solamente quanto aveva il grado più alto di autenticità (
sihha)».
E ancora, nella sua appendice (p. 144), egli afferma: «Il nostro maestro
Allāma Ahmad Shākir – che Dio abbia misericordia di lui – ha detto: «
Senza dubbio la verità stabilita tra i verificatori che appartengono al novero di coloro che
possiedono la conoscenza della scienza degli
ahādīth [...] è che le tradizioni profetiche dei due
Sahīhayn sono tutti autentici (
sahīh),
e per nessuna di loro vi è un reale [tecnico] motivo di discredito o di debolezza. Ciò che Dāraqutnī ed altri hanno criticato è stato condotto solo sulla base del fatto che
alcuni di essi non raggiungono il massimo grado di ciò che essi
[Bukhārī e Muslim] definiscono
[come autentico] nei loro rispettivi libri. Per quanto riguarda il criterio dell'autenticità (
sihha) degli
ahādīth di per sé stessi, entrambi i libri lo soddisfano».
Nella sua edizione del "
Al-baīth al-hathīth” di Ibn Kathīr (pp. 44-45), il dr. Badī
al-Sayyid al-Lahhām ha chiuso la questione dei due
Sahīhayn con le medesime parole, ma senza attribuirle a
[Allāma Ahmad] Shākir. Abū Ghudda conclude (p. 145): «Tutti questi testi dimostrano che la
gran parte di ciò che è contenuto nel
Sahīh di Bukhārī e nel
Sahīh Muslim appartiene al più alto grado di
sahīh, e che
qualcuno di quelli in essi contenuto è sempre sahīh, ma non appartiene al grado più alto di questa categoria». Sempre su questo punto il nostro insegnante, il dr. Nūr al-Dīn
Itr, ha detto nel suo manuale "
Manhaj al-naqd fī ulūm al-hadīth”
(p. 254 della terza edizione): «La regola concernenti le tradizioni profetiche contenute nei due
Sahīhayn è che esse sono tutte
sahīh». [11]
Dunque tutti i sapienti citati fino ad ora (Ibn al-Salāh, Nawawī, Dhahabī, Ibn Kathīr, Ibn Hajar, Suyūtī, Ahmad Shākir, Abū Ghudda,
Itr e Lahhām) concordano sul fatto che tutto ciò che è
contenuto nel
Sahīh di Bukhārī e nel
Sahīh di Muslim è autentico (
sahīh), e a parte il dissenso di Nawawī già ricordato, i certificatori (
muhaqqiqūn)
del calibro di Ibn al-Salāh, Ibn Kathīr, Ibn Hajar e Suyūtī considerano tutti gli
ahādīth in loro contenuti come
qatī al-sihha, ovvero con la stessa forza
probante di un
hadīth mutawātir. Un'ulteriore disamina della posizione dei maestri della scienza del
hadīth aggiungerebbe altri nomi a questa nobile lista.
<>
Talvolta ci viene chiesto:
1. se tutti i sapienti
[nella scienza] degli
ahādīth concordano sul fatto che tutte le tradizioni profetiche contenute
[nelle raccolte di] Bukhārī e Muslim siano
sahīh;
2. oppure se c'è qualche sapiente
il quale afferma che in essi vi siano alcune tradizioni profetiche deboli;
3. e se colui che crede che «i
Sahīhayn non sono
sahīh al 100%» sia un innovatore. Come abbiamo
appena mostrato, alcune
delle più grandi autorità della scienza
del hadīth, come
Ibn al-Salāh, Ibn Kathīr e Suyūtī, hanno già risposto positivamente alla prima domanda. L'Imām al-Haramayn (Ibn al-Juwaynī) disse che se un uomo giura
sotto pena di divorzio che tutto quanto è contenuto
in Bukhārī e
in Muslim
è autentico, il suo matrimonio è salvo. [12]
Ma l'Imām
Dāraqutnī disse che un piccolo numero di tradizioni in essi contenute
può non raggiunge il grado di autentico, e quindi la risposta alla seconda domanda è ancora
sì. Le sue obiezioni sono però state confutate una per una da Ibn Hajar all'inizio del "
Fath al-bārī”, e dall'Imām Nawawī all'inizio del "
Sharh Sahīh Muslim”. [13]
L'espressione sintetica «se i Sahīhayn sono autentici al 100% oppure no» rimane sottile e fuorviante, perché la Comunità è sempre rimasta convinta in lungo e in largo – mediante il Consenso dei Giuristi (fuqahā') generazione dopo generazione - che essi lo sono.
Questa conclusione non considera le tradizioni riportate senza linee di trasmissione o con linee di trasmissione tronche, o ancora quelle senza attribuzioni, che qualche volta il Bukhārī riporta nei titoli dei capitoli della sua opera o come appendice a certe tradizioni.
Un esempio di queste ultime è il cosiddetto "
hadīth sul suicidio”, una delle
trasmissioni di Zuhrī prive di attribuzione (
balāghāt) che ha una linea di trasmissione tronca e che pertanto è debole. Questo
hadīth non soddisfa il criterio dell'autenticità delle tradizioni utilizzato dai minori o maggiori sapienti della scienza del
hadīth,
e ancor meno quello di Bukhārī il quale lo cita solamente per dimostrare la discrepanza con due altre linee di trasmissione le cui versioni omettono l'episodio del tentato suicidio, e Dio sa meglio. [14]
Le suddette conclusioni sono una prova del fatto che la posizione secondo cui tutto ciò che si trova nei due
Sahīhayn sia rigorosamente autentico si riferisce unicamente alle tradizioni riportate con
linee di trasmissione complete attribuite con certezza al Profeta – che la Grazia e la Pace divine siano su di lui! – , e Dio sa meglio.
Note dell'autore
[1] M.M. Azami ha scritto: «Bukhārī non
asserì che quanto non
inserito nella sua opera fosse spurio, né che non vi fossero tradizioni autentiche al di fuori di quelle raccolte nel suo libro. Al contrario, egli
affermò: "Ho incluso nella mia opera "
Al-jāmi” solo ciò che
era autentico, e ho
tralasciato numerose tradizioni ancor più autentiche di queste per evitare
un'eccessiva lunghezza [del mio libro]”. Egli non aveva l'intenzione di raccogliere tutte le tradizioni autentiche. Voleva solamente compilare un manuale di
hadīth in accordo ai desideri del suo maestro Ishāq ibn Rāhūya, la
cui funzione risulta chiara già a partire dal titolo del libro: "
Al-jāmi al-musnad al-sahīh al-mukhtasar min umūr Rasul Allāh wa Sunanihi wa ayyāmih” («Compendio delle tradizioni autentiche connesse
mediante linee di trasmissione ininterrotte ed epitom
e di quanto riguarda l'Inviato di Dio,
la sua via, e
i suoi tempi»). La stessa parola "epitome” (
mukhtasar) spiega il fatto che Bukhārī non si dedicò a compilare una raccolta esaustiva» (da "
Studies in early hadīth literature”, pp. 304-305). Questo dev'essere chiaro per coloro che si domandano: «Se tale
hadīth non si trova in Bukhārī e Muslim, allora come può essere autentico?».
[2] Trasmesso da Khatīb in "
Al-jāmi li-akhlāq al-rāwī” (2:270-271 #1613).
[3] Nawawī nell'introduzione al suo "
Sharh Sahīh Muslim”, 1:20: «
innamā yaftariq al-sahīhān an ghayrihimā min al-kutub fī kawn mā fīhimā sahīh an lā yahtāj ilā al-nazar fīh».
[4] Ibn al-Salāh, "
Ulūm al-hadīth”, capitolo sulle tradizioni autentiche (
sahīh hadīth), Edizioni Dār al-Fikr, p. 29: «
mā infarada bihi al-Bukhārī aw Muslim mundarijun fī qābil mā yuqta bi-sihhatih [...]
siwā ahrufin yasīratin takallama alayhā badu ahl al-naqd min al-huffāz ka-al-Dāraqutnī wa ghayrih, wa hiya marūfatun inda ahl hādha al-sha'n».
[5] Nawawī, "
Taqrīb wa al-taysīr”,
p. 70, e "
Sharh Sahīh Muslim”, 1:20.
[6] Ibn Kathīr, capitolo sulle tradizioni autentiche (
sahīh hadīth) del suo "
Al-baīth al-hathīth”, p. 45.
[7] Suyūtī, "
Tadrīb al-rāwī”, edizione Dār al-Kalim al-Tayyib, 1:145.
[8] "
Tadrīb al-rāwī”, 1:143.
[9] Vedasi anche quanto affermato da Ibn Hajar nel suo "
Sharh nukhbat al-fikar”,
in merito al fatto che la disamina e la familiarità
dei massimi esperti in merito ad una data tradizione riportata da un singolo trasmettitore (āhād hadīth) possono condurlo alla conclusione che essa è "definita categoricamente come autentica” (qatī al-thubūt) – dunque di fatto con la medesima autenticità delle tradizioni mutawātir – diversamente dalla percezione degli altri sapienti nei confronti di quella stessa tradizione.
Cfr. G.F. Haddad, <"
Lone-narrator reports” >,
[10] Dhahabī, "
Al-mūqiz”, p. 80.
[11]
Itr, "
Manhaj al-naqd fī ulūm al-hadīth”, terza edizione, p. 254.
[12] Vedasi il commentario di Sirāj al-Dīn alla "
Bayquniyya”.
[13] Ai giorni nostri Nāsir al-Dīn Albānī, i suoi acerrimi nemici gli Shaykh Ghumārī, Hasan al-Saqqāf ed i loro rispettivi discepoli concordano, per una volta, sull'opinione che in essi vi siano alcune tradizioni deboli (
ahādīth daīf); cosa che tenderebbe a confermare, in pratica, una risposta
affermativa per la terza domanda,
a meno che la persona che risponde sia una maestro nella scienza del
hadīth con un impeccabile credo sunnita e sufficientemente dotto
nell'arte di formulare una conferma o una negazione indipendente. E Dio sa meglio.
[14] Cfr. "
Fath”, 12:359-360; Abū Shuhba, "
Al-sīra al-nabawiyya”, 1:265-266; Mūsā Shahīn, "
Fath al-munim”, 2:337; Albānī in "
Difā an al-hadīth wa al-sīra”, pp. 41-42; e Sad Mirsafī in "
Hadīth bid al-wahī fī al-mīzān”, pp. 75-85.
Note dei curatori
[A] Con l'espressione «I due autentici» si indicano i due testi di tradizione profetiche raccolte da Bukhārī e Muslim, entrambi intitolati "
Al-jāmi al-sahīh”.
[B] Con l'espressione «ciò in cui essi concordano» si intendono quelle tradizioni profetiche che hanno la particolarità di venire riportate sia nella raccolta di Bukhārī che in quella di Muslim; queste tradizione possiedono dunque un doppio grado di certificazione di autenticità. È a questo che alludono in modo sintetico gli autori arabi con l'espressione «vi è accordo su di essi» (
muttafaqun alayh).
[C] Nella terminologia della scienza del
hadīth, il termine
mutawātir significa "trasmesso massicciamente”. Viene applicato ad una trasmissione che possiede, per ciascun anello della sua catena di trasmissione, un numero di trasmettitori tale da precludere una collusione e una falsificazione collettiva da parte loro, costituendo così una trasmissione massiccia (
tawātur). Le tradizioni
mutawātir non possono venir messe in discussione, atto questo che può comportare il
kufr. Cfr.
G.F. Haddad, "Re: 70,000 Jews and Shibli and Iran”, Newsgroups soc.religion.islam, 2000-10-29: «Tecnicamente parlando, il hadīth mutawātir – cioè trasmesso in massa – possiede la stessa autenticità del Corano. Mettiamola in modo diverso: la negazione di un hadīth mutawātir è kufr, come la negazione di una lettera del Corano.
[D] Per dare un'idea di quale sia la speciale l'autorità in materia di tradizioni profetiche dell'Imām Suyūtī, basti ricordare che questo pio sapiente, oltre ad una conoscenza esteriore certificata nella scienza delle tradizioni profetiche (
ilm al-hadīth), egli era stato gratificato da Dio di un carisma particolare grazie al quale il Profeta stesso gli si manifestava per istruirlo direttamente sul grado di autenticità di questa o di quella tradizione profetica.
*
G.F. Haddad, "Hadīth "deboli” nel Sahīh di Bukhārī?”. Traduzione e note a c. di ʿAbd al-Malik e ʿAbd al-Shakūr. © 2005 Abdul-Shakur. Tutti i diritti riservati. Riprodotto con il permesso esplicito dell'Autore del documento originale.
Autore, titolo e indirizzo web del documento originale: G.F. Haddad,
Weak hadith in Bukhari? sunnah.org (senza note)
e
https://www.livingislam.org/k/whb_e.html
e https://www.livingislam.org/ir/d/whb_e.pdf (completo e ben traslitterato) Versione simile ma più breve con altro titolo:
Is the Sahihayn (Bukhari and Muslim) 100% Sahih? (corrispondente qui al testo compreso tra i segni <>) https://www.livingislam.org/fiqhi/fiqha_e9.html
Pubblicato da Living Islam su concessione del gruppo: Compagni del Profeta® http://groups.msn.com/CompagnidelProfeta
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Dio l'Altissimo ha detto: «Rispettate il patto, in verità del patto vi sarà chiesto conto» (
wa awfū bi-l-ahdi inna-l-ahda kāna mas'ūla) (Cor. 17:34). L'Inviato di Dio ha detto: «I musulmani sono tenuti ad onorare i loro impegni», e «L'uso dei beni di un musulmano senza il suo permesso è proibito».